
Quanti di noi hanno ancora in sospeso un diatriba, un contenzioso, un lite o qualcosa da perdonare o per quale essere perdonati? L’orgoglio, il disamore, la mancanza di rispetto sono le cause maggiori che ci fanno cadere in situazioni dal sapore amaro, che dividono amici, famigliari o colleghi di lavoro. La divisione da sempre è l’antagonista della società, è causa di grandi tragedie anche di carattere mondiale e Satana ne è il maestro, lui è stato il primo orgoglioso che si è allontanato dal suo stesso Creatore, è bastato un solo istante di superbia per cadere e diventare l’oppositore per eccellenza. Egli è da allora ha come unico scopo il diffondere odio attraverso il peccato di orgoglio, ci fa apparire la nostra dimensione come unica e sola verità a sfavore del prossimo, ci acceca al punto di vedere solo noi stessi e in questo oscuramento dell’amore verso l’altro ci porta a ferire, ad allontanarci e a maledire addirittura chi prima amavamo e con il quale avevamo condiviso molto. Capita spesso nelle famiglie tra i parenti che per un diverbio, un’incomprensione ci ci siano delle divisioni che risultano spesso molto dolorose e cariche di rancore, una guerra perpetua che sembra non avere termine portando nel cuore, dei soggetti coinvolti, un amaro astio e disagio.

É il caso di un ragazzo, il quale sette anni fa circa, in un ritrovo tra parenti dopo il pranzo, si trovò coinvolto in prima persona in un lite furibonda accusando un suo caro di cose indicibili legate a precedenti episodi dei quali quasi nessuno dei presenti era al corrente. Li per li si sentii nel giusto, per aver affermato una verità, ma non si rese conto di aver messo però alla gogna una persona davanti a tutti e la sera dopo esser tornato a casa si rese conto (troppo tardi) del danno che aveva enorme recato, svergognando ed umiliando quella persona davanti a tutti. Una sensazione di profonda tristezza e rimorso lo colpì duramente e sembrò quasi schiacciarlo, si affidò subito a Dio contrito di dolore chiedendo perdono, mentre nei giorni a seguire contattò il suo caro che però gli intimò di starsene alla larga rifiutandogli qualunque tipo di contatto e dialogo e di conseguenza anche di perdono. Nonostante il pentimento ed una confessione dal Sacerdote a riguardo, non si sentiva libero, non si sentiva completamente perdonato nemmeno dopo l’assoluzione. Per anni quell’immagine riaffiorava alla mente riportando nell’animo quella sensazione di malessere che lo faceva sentire in difetto, non mancava di mettere il suo parente nelle preghiere affinché questa situazione trovasse pace e intanto gli anni passavano e nulla sembrava cambiare. Gli capitava ogni tanto di sognare l’abbraccio della riconciliazione con sorrisi e ritorno alla normalità, insomma il desiderio di riparare quella falla era in cima ai suoi pensieri per anni ma poi, ci fu una specie di rassegnazione ed accettazione, oramai le cose sarebbero dovute rimanere cosi, ma improvvisamente è accaduto un fatto inaspettato. Un paio giorni fa questo ragazzo è andato a trovare i suoi genitori per chiedergli un favore ed è salito a casa loro, non appena ha aperto la porta si è trovato questo suo parente davanti, seduto mentre dialogava con i genitori, una visita a sorpresa non programmata o forse programmata dal cielo.

In un attimo i pensieri si sono affollati nella mente, ma non ci è stato il tempo per ragionare, subito questi appena lo ha visto varcare la soglia gli ha sorriso senza indugio e gli:”Ciao, quanto tempo!”. Con quel sorriso ed apertura umana il ragazzo incredulo non ha esitato ad abbracciarlo e a baciarlo, in un attimo, come pioggia abbondante la ferita è stata lavata ed ogni catena spezzata, Dio lo ha esaudito e liberato, questo è stato uno dei più bei regalo mai ricevuto nella sua vita. Gesù ci ha insegnato il perdono che libera, chi ha fatto capire che è la forma di amore più grande che possa esistere, l’abbraccio ritrovato, l’orgoglio abbattuto, l’odio spazzato sono i segni della Grazia che viene dall’immenso amore di Dio, davvero chi lo prova sta sperimentando il Paradiso in anticipo.
Matteo 18,21-35
21 Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». 22 E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
23 A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. 24 Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. 25 Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. 26 Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. 27 Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! 29 Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. 30 Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
31 Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32 Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. 33 Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? 34 E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. 35 Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».
È un tema centrale, “scottante”, perché necessita proprio di un cambio di soggetto che noi umani fatichiamo a fare. E spesso corriamo il rischio di essere superficiali o falsi. La motivazione è ben descritta nell’articolo. Grazie 😊