di Gloria Callarelli
La sensazione di essere dalla parte giusta, la sensazione che finalmente possa cambiare qualcosa. A una settimana dal congresso di presentazione del progetto Liberi in Veritate, siamo usciti così, col sorriso, rinfrancati nel corpo e nell’animo. Un congresso che ha visto la partecipazione di personaggi del calibro di Silvana De Mari, Paolo Gulisano, Maurizio Blondet, Massimo Viglione, Daniele Logoluso e di tanti altri esperti e studiosi nonché difensori della Verità.
Denominatore comune: la volontà di unirsi per resistere alla tirannide sanitaria consapevoli, però, di potercela fare solo nel nome del Signore. E’ questo l’elemento che farà da marcatore al progetto e che lo distinguerà dalla realtà politica italiana. Una realtà che si è dimostrata nei fatti totalmente prona ai diktat sovranazionali per quel che riguarda i cosiddetti partiti di sistema; confusa invece nella base ideologica per quanto riguarda alcune delle altre realtà anti narrazione Covid, le quali si sono dimostrate spesso di nicchia, a volte in ritardo, altre volte, infine, perseguitate.

L’idea di Liberi in Veritate ha preso forma già nei mesi scorsi quando molti cattolici, in particolare del mondo tradizionalista, ma non solo, chiedevano a gran voce una forza nuova in grado di opporsi, fermamente, a quanto stava accadendo nel mondo e in Italia e che nascesse da un’unica idea: quella di agire come milizie del Signore, senza ambiguità, raccogliendo il messaggio di Monsignor Viganò che chiedeva di combattere in un’alleanza antimondialista contro il NWO.
Il progetto del comitato è ambizioso, non privo certamente di difficoltà, ma nasconde un entusiasmo che forse in altri ambienti non si respira da anni o proprio manca totalmente. Manca perché nelle trecento persone e più che sabato hanno partecipato a Villa D’Adda c’era comunque la consapevolezza di essere sostenuti e protetti, di avere già la vittoria in tasca. E non si tratta di superbia ma di dato di fatto: non praevalebunt, sta scritto. Magari non ci riuscirà come Comitato da solo, ma sicuramente come una forza che può dire la sua contro il male. E questo, per chi combatte per la Verità, può e deve essere un vantaggio. E non è cosa da poco. Sapere che il cuore immacolato di Maria trionferà, non vuol dire adagiarsi: la lotta sarà dura, lo sappiamo. Le profezie parlano molto chiaramente: avremo di che soffrire, avremo di che offrire.

La sfida, comunque la si veda, sarà certamente delicata: dopo il congresso occorre ora tessere le fila di quanto propugnato. La volontà è quella di agire anche politicamente e occorre quindi, innanzitutto, mettere da parte (e questo è apparso da subito uno degli intenti dei fondatori) i personalismi di qualsiasi tipo. Qui non si tratta di agire per una poltrona o per ottenere visibilità o chissà cosa. Qui si tratta di agire per gli altri, di offrire la propria competenza e le proprie soluzioni. Sacrificandosi anche, in un certo senso. Si tratta di riscoprire virtù quali la carità che ha nella politica il suo ampio compimento, differenziandosi dal panorama politico di chi agisce per mero tornaconto, totalmente scollato dalle necessità del cittadino.
Inoltre occorrerà subito strutturarsi in ogni territorio: va da sé che per far questo ci sarà bisogno di “arruolare” uomini e donne generosi e attivi, che necessiteranno di una preparazione importante, una forte fede e, infine, una certa malizia politica. Importante sarà non scendere a compromessi, cercando di restare nel solco degli insegnamenti e dei valori cristiani. Non sarà facile: le insidie sono molte, ma restando nell’umiltà e affidandosi naturalmente tutto si può fare.

Resta da capire fino a quando e fino a dove le élite lasceranno margine per agire nei prossimi mesi a livello politico: l’agenda 2030 lascia poco spazio alla volontà popolare, non è escluso che non si vada a votare tanto presto. Non importa: dobbiamo fare rete, creare una squadra. E l’entusiasmo, la consapevolezza di poter essere quella pietra d’angolo diventa la forza di chi desidera servire il proprio Paese, i propri cari, il proprio fratello e il Cristo.
Per tutti, da sabato, la consapevolezza di avere dentro al cuore una chiamata: adesso sta a noi rispondere a Maria e al Signore e fare anche noi, ognuno con il proprio carisma, la nostra parte.
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