Sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/madonnastupinigi è stata pubblicata una foto e un video che riprendono la statua di Gesù piangente il giorno della festa dell’Immacolata Concezione di Maria, alle ore 18.30 dopo la preghiera comunitaria. Questo fatto è avvenuto nel parco di Stupinigi, all’interno del luogo di preghiara nato dopo una seria di apparizioni e messaggi dal cielo al veggente Eugenio Pailo dal 1994 al 2001. Queste manifestazioni soprannaturali richiamano sempre di più la necessità di convertirsi e di tornare a Dio. Questo mondo giace sotto il potere del demonio e non potrà salvarsi se non per mezzo di Nostro Signore Gesù Cristo. Cosa ci dobbiamo aspettare?
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In questa puntata di Mistici e Profeti vi leggo due messaggi di Maria Santissima, uno di questi per mezzo di San Michele, che furono dati a Garabandal tra il 1961 e il 1965 alle piccole veggenti Mari Cruz, Mari Loli, Jacinta e Conchita. Sono un appello urgente che a quanto pare non è stato accolto dalle persone e soprattutto dai sacerdoti, ora molti fatti si stanno verificando e si verificheranno in futuro. In questo video vi leggo quello che dal Cielo hanno chiesto…
Mistici e Profeti va in onda ogni giovedì alle ore 19.00. Iscriviti al canale Youtube se ancora non l’hai fatto e condividi i video se credi possano aiutare altri ad avvicinarsi a Dio, incamminandosi sulla strada della salvezza.
Qui il video disponibile dalle ore 19.00 di giovedì 8 Dicembre 2022. ⬇︎
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E’ importante capire la battaglia che c’è in corso, ciò che molti di noi rifuggono o che non sanno come poter affrontare senza rimanerne schiacciati. Ci sono molte chiavi di lettura ma una sola è quella che ci potrà aprire gli occhi in maniera nitida. Non è più tempo per stare a guardare questi criminali che non hanno pietà e nemmeno morale, dobbiamo mettere mano all’aratro e combattere la buona battaglia. Vi aspetto a Varedo (MB) il 10 dicembre per parlarne insieme. Ingresso libero.
Ringrazio di cuore il Presidio di Liberi in Veritate di Monza e Brianza.
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In questa quarta puntata di Mistici e Profeti trattiamo l’argomento spinoso della comunione sulla mano, un tema che divide i Cattolici tra chi non ne vuole sentire parlare e chi invece afferma che si può perchè la Chiesa lo permette. Attraverso questo video fughiamo ogni dubbio attraverso le risposte di una nota mistica contemporanea, Maria Simma, che ci riporta la testimonianza diretta della anime del Purgatorio.
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Qui il video disponibile dalle ore 19.00 di giovedì 1 Dicembre 2022. ⬇︎
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Ben ritrovati al terzo episodio del programma Mistici e Profeti! In questo video leggiamo e commentiamo alcuni messaggi fondamentali, per comprendere meglio la situazione spirituale ed escatologica nella quale in mondo si trova. Importanti avvisi arrivano dalle apparizioni mariane di San Martino di Schio (Vi) che ebbe il veggente Renato Baron dal 1985 al 2004. Se davvero vogliamo capire cosa ci aspetta non possiamo ignorare queste rivelazioni…
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Qui il video disponibile dalle ore 19.00 di giovedì 24 Novembre 2022. ⬇︎
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In occasione della presentazione del mio secondo libro, ESKATOS – La battaglia degli Ultimi Tempi, sabato 26 novembre sarò presente dalle ore 16.30 – presso il Claudia’s Bar in via Luinese 25 – Cunardo (VA) – per una conferenza tematica sulla battaglia escatologica nella quale siamo tutti coinvolti. Ci sarà spazio alle domande e al dibattito.In loco sarà possibile anche acquistare una copia del libro. Ringrazio di cuore il Presidio di Liberi in Veritate di Varese. Ingresso libero.
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Vive in Spagna, fa la cameriera e a sua detta “vivo con il sorriso” – queste le conclusioni di un’intervista, nel programma di Mediaset VERISSIMO fatta all’ex Suor Cristina Scuccia, da anni celebre grazie alla vittoria ottenuta nell’edizione 2014 del “talent show” The Voice. In questa chiacchierata afferma che la sua partecipazione al programma fu anche spinta dall’esortazione di Papa Francesco (ad un anno esatto dal suo insediamento in San Pietro) nell’uscire dalla Chiesa per andare nel mondo, parole prese proprio alla lettera direi, con la differenza che ci si è dimenticati di portare Cristo con se, preferendo abbracciare il mondo e le sue seduzioni. Ma veniamo ad un’analisi più dettagliata di questa partecipazione televisiva durata circa 25 minuti nel programma di Silvia Toffanin. Innanzitutto l’elemento che prima mi colpisce è l’ingresso in studio con un abito completamente rosso, tacchi a spillo e trucco/parrucco ammiccante; è bene chiarire al pubblico da che parte ora sta l’ex suora. La donna risulta irriconoscibile, un lavoro davvero fatto ad arte da parte dei truccatori del programma, del resto, la comunicazione dei media asserviti al demonio (quasi tutti), verte sull’esaltazione di un messaggio opposto a quello della Verità rivelata, poi se il soggetto è una come l’ex Suor Cristina allora andiamoci giù pesante. Via il nero che potrebbe ricordare l’abito, via crocifissi o medagliette cristiane dal collo, si ad orecchini, sì ai pantaloni (la gonna, magari lunga, è troppo arcaica e poco politically correct, e magari ricorderebbe anch’essa l’abito da consacrata quindi via anche quella), sì a matita e rimmel per rendere più suadente ed ammiccante lo sguardo, ovviamente rossetto e in ultimo il fondotinta come TV insegna, perchè in studio si va perfetti, sia mai far vedere qualche piccola imperfezione del viso!
Foto tratta dalla trasmissione Verissimo del 19/11/2022
Questo primo aspetto comunicativo è una bomba, il quale sponsorizza l’idea che oramai la vita religiosa è cosa vecchia, gli ordini sacri desueti e che al giorno d’oggi per essere felici è importante “amare la vita e se stessi”. Queste ultime parole, vuote di verità ma ricche di retorica spiccia, di Cristina Scuccia, pronunciate circa a metà intervista, fanno trapelare un disagio confermato anche dal suo sguardo triste e sofferente, che rivela una persona ancora in lotta con questa sua scelta di aver abbandonato l’ordine delle Orsoline per una vita fatta di mondanità e di scelte meno radicali ed eroiche. Ho percepito fin dall’inizio dell’intervista una persona fragile che, riguardandosi nelle immagini di repertorio mandate in studio, evidenzia insicurezza mostrando un sorriso forzato che sconfessa tutte le dichiarazioni a difesa della sua nuova veste. I segni del corpo valgono più di mille parole.
Durante l’intervista la Toffanin le chiede, in maniera aperta, se fosse stato il successo travolgente a mettere in discussione la sua vocazione o meno, e lei, glissando, sposta l’attenzione su una sua maturazione personale affermando: “Sono passata alla vita adulta, piano piano diventavo donna…” e prosegue (rispondendo alla domanda su cosa avesse ha contribuito all’abbandono dell’abito) con la frase “…un cambiamento mio interiore“. É evidente come il demonio abbia giocato tutte le sue carte per strappare quest’anima a Dio, facendole vincere il primo premio in un programma televisivo di successo, proiettandola dalla bassezza ed umiltà di serva di Cristo a stella della musica a livello mondiale, confondendola e allontanandola dalla sua vocazione ben più preziosa della notorietà. Ha esercitato il suo potere di seduzione affinché l’abito sacro fosse di peso, le regole dell’ordine una gabbia e la sua guida spirituale fosse uno psicologo anziché un sacerdote come da lei affermato. Ha fatto di tutto per farle credere che quella era un’evoluzione della sua persona, non una perdita della strada maestra, lo stesso giochetto usato con Eva per farla cadere nel peccato originale. Infine, colpo finale, le ha fatto credere (e ancora lei lo afferma nella trasmissione) che per evangelizzare ed essere cristiani è possibile assecondare le logiche del mondo e che la sua spiritualità ed il rapporto con Dio non è cambiato, tanto che afferma che “l’abito non fa il monaco”.
Gesù diceva: “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona”.
Il cambiamento dell’ex suora è evidente non solo negli abiti ma soprattutto nel sorriso e nella luce degli occhi, elementi che si notano nettamente nella foto che ho messo a copertina di questo articolo. Sul volto di suor Cristina brillava un luce radiosa ed orante mentre su quello Cristina c’è una maschera ben dipinta ma senza gioia vera.
Questo mondo giace sotto il potere del demonio e ce lo ricorda anche San Pietro nella sua prima lettera al capitolo 5, versetti 8 e 9: “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi”.
Non giudichiamo le persone quando cadono ma preghiamo il Padre affinché le risollevi e le richiami a se perchè possano ritornare ad essere suoi figli e testimoni veri del Vangelo. Preghiamo per Cristina e per tutti i nostri fratelli sotto attacco, siamo in una dura e continua battaglia contro gli spiriti di questo mondo, non dobbiamo indietreggiare ma dobbiamo farci strumenti di salvezza per gli altri, con ogni mezzo messoci a disposizione da Cristo e la Chiesa: sacramenti, preghiera, digiuno e buone opere, tutto il resto verrà da se.
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a S.E. Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara sull’applicazione di Traditionis Custodes
Eccellenza Reverendissima,
la Sua recente decisione di sospendere la celebrazione della Liturgia tridentina nella chiesa di Vocogno e nella cappella di San Biagio, nelle Valli Ossolane, ha provocato una grande amarezza in migliaia di fedeli e nei sacerdoti legati al Rito tradizionale. Dopo anni di applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, suscita profonda indignazione la freddezza con cui Ella ha dato esecuzione a Tratitionis Custodes, nonostante che le facoltà riconosciute dal Codice di Diritto Canonico agli Ordinari diocesani Le permettessero di derogarvi.
Posso comprendere come il Suo ruolo di Vescovo e di Successore degli Apostoli sia messo alla prova dalle pressioni di un evidente autoritarismo esercitato da Roma. Comprendo parimenti che, dovendo scegliere tra l’obbedienza ai diktat romani e la tutela dei sacrosanti diritti dei fedeli, la scelta umanamente più semplice sia quella che in altri tempi portò don Abbondio a rendersi complice delle sopraffazioni di don Rodrigo e dell’Innominato. Questa Messa non s’ha da fare, perché così vuole il potente.
La “chiesa della misericordia” si ritrova ad esercitare il Suo potere con la forza della coercizione, che viene meno quando dovrebbe essere invece usata per sanare situazioni ben più gravi: deviazioni teologiche, aberrazioni morali, sacrilegi e irriverenze in ambito liturgico. L’immagine della Gerarchia data al popolo di Dio è riassunta nell’adagio: Forte con i deboli, debole con i forti. Il che, se mi permette, è l’esatto opposto di ciò che Ella si è impegnata a fare come Vescovo.
I molteplici appelli alla parresia e alla sinodalità sono quotidianamente sconfessati da decisioni autoritarie, mosse da quel clericalismo tante volte deplorato a parole. Quale esecrando crimine hanno compiuto i fedeli di Vocogno e San Biagio, per essere privati della Messa tradizionale, riconosciuta da Benedetto XVI come «mai abrogata» ed oggi cancellata come divisiva perché contraria all’ecclesiologia del Vaticano II? Dov’è finita la famosa ermeneutica della continuità? Dove l’attenzione per il popolo di Dio e l’ascolto di cui tanto si parla al Sinodo sulla sinodalità?
Nel Simbolo Niceno-Costantinopolitano professiamo la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica: essa è una non solo nella sua diffusione su tutta la terra, ma anche nel trascorrere del tempo e nell’avvicendarsi degli eventi. Il fedele è in comunione non solo con la Chiesa del suo tempo, ma deve esserlo necessariamente anche con la Chiesa di tutti i tempi, con quella delle Catacombe, di Costantino, di San Bernardo, di San Pio V e del Beato Pio IX. La lex credendi – e la lex orandi che la esprime – non possono essere suscettibili di adulterazioni dettate dalle mode o dalle contingenze. Ma se la lex orandi partorita dalla mente modernista di Annibale Bugnini viene riconosciuta come unica espressione cultuale della “chiesa conciliare”, ciò significa che la dottrina che essa esprime è altra – e opposta – all’insegnamento di Nostro Signore agli Apostoli, tramandato nel corso dei secoli e custodito fedelmente dalla Chiesa Cattolica. Se questa rottura con la Tradizione è riconosciuta e ammessa dallo stesso estensore di Traditionis Custodes, ciò pone la “chiesa conciliare” al di fuori della Tradizione cattolica, facendo venir meno la legittimazione dell’autorità a promulgare leggi in contrasto con i fini per i quali il Signore l’ha istituita.
Non so se Vostra Eccellenza condivida questa visione, e se Ella consideri la Santa Messa tridentina come inconciliabile ed estranea alla “chiesa sinodale”. Mi pare che la Sua decisione, oltre a rivelare un esercizio dell’autorità episcopale come svincolato dal dovere di custodire il depositum fidei, dimostri una preoccupante distanza dal corpo ecclesiale, vittima della volubilità e delle idiosincrasie di una Gerarchia che segue un proprio programma ideologico senza curarsi minimamente delle conseguenze che esso può avere. Ne esce un’immagine di Pastori ben poco lusinghiera, in cui la rerum novarum cupiditas calpesta impunemente il Magistero immutabile della Chiesa, i legittimi diritti dei sacerdoti e le necessità spirituali dei fedeli; i quali, come Le è noto, altro non chiedono al loro Vescovo se non di essere lasciati liberi di fruire di un rito che per secoli è stato la voce orante della Chiesa, e che sessant’anni di fallimenti e di aberrazioni non possono rendere illegittimo solo perché ne scopre gli inganni e le falsificazioni.
Mi chiedo quale insegnamento trarranno i fedeli della Diocesi di Novara – e i milioni di fedeli tradizionali in tutto il mondo – da quest’uso autoritario del potere, contro gli stessi fini da cui esso trae la propria legittimità. Sia che obbediscano a un ordine considerato ingiusto, sia che vi si oppongano in nome dell’obbedienza a Dio piuttosto che agli uomini, l’autorità dei Pastori ne esce totalmente screditata, perché ciò che ieri la Chiesa ha insegnato e raccomandato oggi è disprezzato e proibito da chi ricopre ruoli di governo, mentre ciò che prima era considerato contrario all’insegnamento di Cristo viene ora additato a modello cui conformarsi.
Cosa si potrà mai rimproverare ai sacerdoti e ai fedeli legati all’usus antiquior, che sia di scandalo per quanti – quasi tutti senza convinzione e per mero conformismo – si sono rassegnati all’imposizione del Novus Ordo? L’adorazione di Dio? il raccoglimento e il decoro nella celebrazione? l’ineguagliabile ricchezza dei testi liturgici tradizionali, comparata alla vacuità deliberatamente equivoca del rito riformato? l’anelito di vedere anticipata in terra la gloria della Corte celeste? la pia contemplazione della Passione di Cristo, al posto di una chiassosa agape fraterna in cui il Signore è solo l’alibi per celebrare se stessi? Cosa c’è di così intollerabile, di così deplorevole nel voler pregare con le parole sacre tramandateci da duemila anni di Fede?
I fedeli e i sacerdoti di Vocogno, come tutti i Cattolici sparsi nelle Diocesi del mondo, troveranno il modo di sottrarsi a questi diktat, come avvenne al tempo dell’eresia ariana, durante la Pseudoriforma o con lo scisma anglicano. La loro sofferenza per la privazione di un diritto inalienabile è una prova di fedeltà che li rende graditi a Dio, al pari di quanto fece il Clero refrattario ai tempi del Terrore in Francia. Ma non creda di conquistarli al nuovo rito, né di piegarli nella loro determinazione a conservarsi fedeli alla Religione dei padri. Al massimo, potrà impedire loro di avere la consolazione della Messa quotidiana, o di assistere alle funzioni di precetto, ma tutto questo non favorirà né la concordia tra i fedeli né il loro rispetto per l’Autorità ecclesiastica.
Il tempo darà loro ragione, come sempre è accaduto nelle vicende che hanno contrapposto l’ortodossia cattolica professata dai semplici alle deviazioni ereticali imposte da un’autorità traviata o asservita al potere. Darà loro ragione anche il Giudizio di Dio, al Quale Ella dovrà render conto del proprio operato come Vescovo. Non La giudicheranno né il sinedrio bergogliano, né il consiglio presbiterale, né i falsi amici che La appoggiano interessatamente in questa battaglia già persa per tenere insieme la ormai screditata narrazione conciliare. Credo quindi che un salutare pensiero ai Novissimi e al Suo destino eterno sia quantomai opportuno, anche in considerazione dell’età e dell’ineluttabilità dell’incontro con il giusto Giudice. Se Ella ritiene di aver agito e di agire secondo la volontà di Dio, non ha nulla da temere: continui a considerare i fedeli e i sacerdoti della Val d’Ossola come dei ribelli, proibisca tutte le Messe tradizionali e dimostri tutta la Sua incondizionata sudditanza al potente di turno. Ma ricordi che i potenti di questo mondo passano, e chi li ha sostenuti e assecondati è destinato a seguirli nell’oblio o nell’unanime condanna.
Con l’auspicio che la consapevolezza del tempo che Le rimane per meritare la gloria eterna Le sia di sprone nel ritornare sui Suoi passi e compiere un gesto di vera Carità nei confronti dei fedeli a Lei affidati, assicuro Vostra Eccellenza del ricordo nel Santo Sacrificio della Messa (di San Pio V, ovviamente), implorando il Paraclito perché illumini con il dono del Consiglio l’Eccellenza Vostra Reverendissima, di cui mi dico
dev.mo in Christo,
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
Post Scriptum: Questa lettera aperta è destinata anche ai Confratelli di Mons. Brambilla e a tutti i Vescovi che si trovano esposti alle pressioni della Curia Romana perché vanifichino sistematicamente i benefici effetti del Motu Proprio Summorum Pontificum.
18 Novembre 2022 In Dedicatione Basilicarum Ss. Apostolorum Petri et Pauli
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In occasione della presentazione del mio secondo libro ESKATOS – La battaglia degli ultimi tempi sabato 19 novembre, sarò presente dalle ore 15.00, presso la sala parrocchiale della Chiesa San Francesco d’Assisi di Bergamo, per una conferenza tematica sulla battaglia escatologica nella quale siamo tutti coinvolti. In loco sarà possibile anche acquistare una copia del libro. Ingresso libero.
Indirizzo: Viale Venezia, 29, 24125 Bergamo BG
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Riporto per intero la lettera inviata da una fedele alla redazione di Ossolanews.it, nella quale si evince tutto il dolore oltre che lo smarrimento provato, dopo la decisione del Vescovo di Novara Mons. Brambilla di abolire la Messa antica nella cappella dell’ospedale San Biagio, un vivaio di nuovi fedeli tra giovani e famiglie ( a detta della corrispondente) provenienti da molti paesi circostanti. A partire dal 27 Novembre 2022 “il gruppo dell’ospedale di Domodossola si unirà al gruppo della Chiesa di Vocogno, per celebrare la messa secondo il Missale Romanum (1962) nel Santuario di Re” cosi si legge nel comunicato. A detta del vescovo questa decisione trova compimento nell’applicazione del Motu Proprio di Bergoglio, Traditionis Custodes. Questo cambio avverrà guarda caso a partire dalla prima domenica d’Avvento, privando di fatto i fedeli, nel periodo più denso ed intenso in preparazione del Natale, delle celebrazioni nella forma più alta che la Chiesa abbia mai conosciuto in duemila anni.
Monsignor Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara
Sembra (dalla lettera) che non ci siano state delle comunicazioni trasparenti nei giorni successivi al comunicato, avvenuto il 1 Novembre, e informazioni riguardanti la destinazione dei due sacerdoti don Stefano Coggiola e don Alberto Secci, i quali celebravano in rito antico anche nella chiesa di Vocogno. Pare che il fastidio per la Messa di sempre sia tale da non considerare gli innumerevoli frutti di conversione e di spiritualità che essa genera o, forse, sono proprio questi che la chiesa modernista, oramai sempre più lontana dal messaggio di Cristo, vuole combattere. La suprema lex non è più la Salus Animarum ma la Salus Cathedrorum ovvero meglio la cadrega con il pensiero relativista che la persecuzione per difendere la Verità.
Ecco la lettera:
Gentile redazione di Ossolanews, vi scrivo da Vocogno per portare all’attenzione la persecuzione (di fatto è così che ci sentiamo) che si sta perpetrando nella nostra Parrocchia.
Infatti il Vescovo monsignor Brambilla ha deciso che da domenica 27 novembre a Vocogno (parrocchia in cui fin dal 2008 si celebra la messa tradizionale in latino) si tornerà a dire la messa in italiano. Ci troviamo quindi un’altra volta a combattere per il diritto di PREGARE, insieme ai fedeli che frequentano la Cappella dell’Ospedale San Biagio e di vedere i nostri parroci Don Alberto e Don Stefano “puniti” per aver scelto la messa che è stata di tutti i nostri Santi.
Si è deciso che la messa domenicale sarà fatta a Re (da chi non si sa) ma ci tolgono la messa giornaliera e, cosa che più ci addolora, i nostri parroci che non sappiamo bene che fine faranno. Quello che più fa riflettere è che in una diocesi dove si è appena inaugurato il tempio buddista più grande d’Europa, la risposta di chi dovrebbe difendere Dio, Gesù e i sempre meno numerosi cattolici nella lotta per la fede, è quella di chiudere due chiese in cui si dice messa tutti i giorni, in cui la devozione è forte, soprattutto perché non viene mai a mancare l’accesso ai sacramenti di vitale importanza per la nostra salvezza.
La domenica a Vocogno ci raggiungono numerosi fedeli anche da fuori zona ed è bellissimo vedere quanti giovani e famiglie con bambini vengono a pregare e ad ascoltare le splendide parole di Don Alberto che riesce sempre a farci meglio comprendere cosa significa amare Gesù. È stato detto che questa decisione non ha suscitato proteste, ma solo perché nessuno ci ha avvisato con trasparenza di questa cosa. Abbiamo già difeso una volta la nostra Fede e i nostri parroci e non esiteremo a farlo di nuovo. L’amarezza più grande è che dobbiamo farlo contro chi dovrebbe guidarci.
In Matteo 13:44 Gesù dice: “Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo“. Così sono i fedeli che hanno scoperto la messa antica, disposti a vendere tutto per poter godere di questo tesoro, perchè ne capiscono il valore e non vogliono per nulla al mondo rinunciarvi.
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