COMUNICATO
Iustitia in Veritate rende noto di aver inviato, in data 23 gennaio 2023, una formale diffida al Comune di Sanremo e alla RAI, affinché il 73° Festival della Canzone Italiana, che andrà in onda su Rai Uno da martedì 7 a sabato 11 febbraio 2023, si svolga nel rispetto dei principi di legalità, lealtà e correttezza, evitando atti blasfemi e di vilipendio a danno del sentimento religioso di tutti e degli appartenenti alla fede cattolica.
In particolare ai destinatari della diffida viene chiesto di:
- vigilare affinché siano evitate scene ed espressioni volgari, violente o di cattivo gusto per il rispetto della dignità della persona e dei minori;
- pianificare l’organizzazione dello spettacolo in tutti i suoi aspetti senza spregio e discriminazione della fede cattolica e del sentimento religioso dei fedeli ed utenti del servizio pubblico;
- invitare tutti i protagonisti dello spettacolo a tenere un comportamento consono all’offerta culturale e di intrattenimento proposta, nonché ai principi etici che la ispirano.
Con la diffida si comunica anche di aver già raccolto, negli ultimi due anni, centinaia di reazioni di disapprovazione e di sdegno da parte dei propri associati e di cittadini comuni, a causa dei gravissimi episodi di dissacrazione, blasfemia e vilipendio verificatisi nelle precedenti edizioni della manifestazione canora, in particolare, in quella del 2022.
Durante il 72° Festival della Canzone Italiana, il primo brano in gara, presentato da Achille Lauro ed intitolato “Domenica”, fu accompagnato da una esibizione fortemente e platealmente dissacratoria del Sacramento cattolico del Battesimo e del sentimento religioso cristiano.
Ambigui e contrari anche al semplice buon gusto si rivelarono la successiva l’esibizione di Tananai con Rosa Chemical e l’abbigliamento, nonché gli atteggiamenti, di Mahmood e Blanco.
Si era trattato di espedienti meramente pubblicitari, evidentemente senza alcuna attinenza con gli scopi prettamente artistici della kermesse musicale, che avevano suscitato una diffusa reazione di disgusto, sdegno e dolore.
Presentare al grande pubblico, in prima serata, volgarità e blasfemie, celate sotto forma di manifestazioni artistiche, è una scelta pericolosa e scellerata che contribuisce a creare una diffusa mentalità in cui tali atti vengano percepiti come azioni normali e accettabili, se non addirittura meritevoli di imitazione, come avevamo già denunciato in un nostro precedente comunicato.
Costituisce certamente un’aggravante anche il fatto che tali oscenità siano trasmesse sul primo canale televisivo della RAI, finanziata dai cittadini che pagano il canone.
Iustitia in Veritate monitorerà con estrema attenzione la prossima imminente edizione del Festival di Sanremo, pronta a dar corso ad un’azione legale qualora vedesse ancora una volta vilipeso, in esibizioni inqualificabili, il sentimento religioso dei propri consociati e degli utenti del servizio pubblico radiotelevisivo.
Milano, 28 gennaio 2023 – San Tommaso d’Aquino
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Causale: Donazione

La diffida contro atti blasfemi, alla quale potrebbe anche seguire una querela in caso di ulteriori violazioni del codice civile e penale, è un atto dovuto e benemerito da parte di un movimento cattolico come “Iustitia in Veritate”. Ma a mio modesto parere la vera “blasfemia” è da ricercare nella inerzia delle istituzioni ecclesiastiche di fronte ad episodi degradanti di questo tipo, inerzia che sconfina con l’abdicazione dai propri compiti istituzionali, se non addirittura nel favoreggiamento. Non è compito della Chiesa Cattolica coinvolgere gli apparati giudiziari dello Stato per imporre ai propri connazionali il rispetto del sentimento religioso, ma certamente rientra nei propri doveri istituzionali fare atti di riparazione per queste offese rivolte al Cielo, invocando il perdono Divino prima che la Giustizia Divina si abbatta sui suoi poveri servi “di dura cervice”. Perlomeno a me sembrava che “ammonire i pubblici peccatori” fosse uno dei compiti istituzionali della Chiesa Cattolica.