IL PRESIDENTE GENERALE DEL CAI MONTANI CHIARISCE LA POSIZIONE SULLA POLEMICA DELLE CROCI


Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci di vetta in alcuna sede, tantomeno prendendone una posizione ufficiale. Quanto pubblicato è frutto di dichiarazioni personali espresse dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari durante la presentazione di un libro. Personalmente, come credo tutti quelli che hanno salito il Cervino, non riesco ad immaginare la cima di questa nostra montagna senza la sua famosa croce. 
Voglio scusarmi personalmente con il Ministro per l’equivoco generato dagli articoli apparsi sulla stampa e voglio rassicurare che per ogni argomento di tale portata il nostro Ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto
“.

Queste sono le parole del Presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani, pubblicate sul portale del Cai Lo Scarpone, in riferimento a quanto pubblicato dalle agenzie di stampa, in merito alle dichiarazioni del direttore editoriale del CAI.
La polemica generata è molto di più di una sparata dal sapore provocatorio,
è piuttosto un tentativo ben architettato per aprire un’ulteriore finestra di Overton circa l’abolizione del simbolo cristiano per eccellenza, già sotto attacco sul fronte aule scolastiche, corsie di ospedali, uffici pubblici in genere e redazioni televisive.
Il mantra che si ripete da anni è sempre lo stesso ovvero “lo stato è laico”, “le istituzioni sono laiche” ecc…
A corredo di questo ci vogliono far credere che la libertà di espressione passi anche attraverso il vilipendio dei simboli cristiani (“tanto è arte”, come affermano alcuni), attraverso l’idea che al gay pride è lecito compiere atti blasfemi in nome dell’inclusività fluida ed infine che la croce sui monti è divisiva e anacronistica.
La Cancel Culture procede attraverso queste strade di decostruzione dei valori fondanti la società, che senza radici e basi solide può essere tranquillamente riprogrammata e rifondata con presupposti diversi. Seppur questa linea è intrinsecamente perdente, sembra trovare spazio tra la gente che avvolta in un mondo secolarizzato non distingue più la luce dalle tenebre, il vero dal falso, il buono dal cattivo, accettando di fatto tutto con lo slogan “il mondo cambia”. Amaramente dobbiamo evidenziare come, tra molti autoproclamati cattolici o anche detti cattolici nominali, questa idea dello “stare al passo con i tempi” sia diffusa.
Vorrei ricordare ai più smemorati le parole di Gesù che disse:” Cieli e terre passeranno, le mie parole non passeranno“. Questo significa che la verità rivelata non ha bisogno dei tempi moderni, semmai sono i tempi moderni ad avere bisogno di lei.

Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat!


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Pubblicato da Daniele Logoluso

Blogger, Musicista, Direttore di Spirito di Verità TV

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