Venti di guerra, oggi come ieri: affidiamoci alla Meccanica Celeste

di Gloria Callarelli
Nei giorni sorsi mi è capitato di riprendere in mano, per una seconda lettura, il libro di una giovane autrice di talento, Anna Zurlo. Il libro si intitola “Meccanica Celeste” perché, nella vera storia che narra le gesta di un soldato al fronte prima e di un uomo di famiglia poi, si parla di un uomo semplice sì ma in fondo di un eroe, Vit, la cui vita è stata vissuta nel totale abbandono alla Provvidenza e ai suoi meccanismi.

Subito, leggendo fra le righe della biografia narrata con poesia ma anche con profonda autenticità, si scopre una figura, una probabilmente come tante all’epoca, di un ragazzo chiamato dalla guerra, la Seconda Guerra Mondiale, a confrontarsi, forse troppo presto, con morte, dolore e sofferenza.
La trincea diventa luogo di “eroismo, di dolore, di severità e di punizione per coloro a cui non era concesso avere un naturale sentimento di paura, tantomeno veniva perdonata la codardia del disonore”. Eppure è proprio in quel misto di terra e sangue, sudore e carne che si aprono le porte di “una comunanza fatta di legami invisibili, di condivisione, di solidarietà”.
Mentre le parole del libro scorrono sotto ai miei occhi, il ricordo vivo di questi mesi si è fatto reale. In quelle pagine, da quelle descrizioni, con le dovute proporzioni, ho notato come la realtà della guerra sia già tra noi. La divisione sociale, perpetrata per mezzo di un “vaccino” prima e di un lasciapassare poi, ci ha reso, per dirla con le parole del libro della Zurlo “estranei, ostili ad un vivere che spinge alla pazzia nella rassegnazione di essere costantemente abbracciati alla morte”. Ebbene: l’ossessionante propaganda del virus mortale, il lockdown, chiusure e distanziamenti anche per le anime più innocenti, ma pure il terrore del “diverso” non vaccinato, dunque pericoloso untore in potenza, hanno creato le stesse condizioni.
Oggi, mentre si sentono i venti di battaglia provenire da Est (o da Ovest fate voi), la società ha già conosciuto una guerra molto più sottile, silenziosa, ma non meno meschina e crudele.

Il Covid, e ormai non è più un mistero e nemmeno una frase da complottista, è stato l’arma che ha scatenato una guerra fredda mondiale e che spalancherà le porte al transumanesimo e alla quarta rivoluzione industriale: la voce grossa l’hanno fatta gli Stati Uniti, la Cina, l’Inghilterra ma anche l’Europa, l’Australia, il Giappone. L’hanno fatta le multinazionali. L’hanno fatta i (non più) carbonari di Davos, l’hanno fatta i media di Stato. L’hanno fatta i virologi da salotto tv, l’hanno fatta i politicanti proni al sistema. La Russia si è chiusa in trincea ma oggi, e forse non a caso, è sotto tiro nuovamente dalle potenze imperialiste americane che vaneggiano di una volontà da parte di Putin di invadere l’Ucraina, ignari, consapevoli o semplicemente disinteressati, del contraccolpo economico che tale braccio di ferro sta provocando nella popolazione, tutta, inerme: dagli stessi ucraini, loro malgrado contesi, fino agli italiani, stangati da bollette da capogiro.
E così, mentre l’italiano “maturo” è costretto a giocare alla roulette, preso tra l’incudine di essere sospeso dal lavoro per non voler accettare il ricatto governativo del Green Pass, manovra nata dopo il Covid e, scommettiamo, destinata a restare scolpita nelle pagine più brutte del legislatore, e il martello del portafoglio vuoto, la seconda guerra fredda potrà diventare Terza Guerra Mondiale, tanto per non smentire le profezie.

Beata Elena Aiello suora mistica

La beata Elena Aiello, che già predisse l’atomica, nel 1960 disse: “…l’ora della giustizia di Dio è vicina e sarà terribile! Tremendi flagelli sovrastano il mondo… E se gli uomini non ravviseranno in questi flagelli i richiami della Divina Misericordia e non ritorneranno a Dio con una vita veramente cristiana, un’altra guerra terribile verrà da Est ad Ovest, e la Russia con le sue armi segrete, combatterà l’America, travolgerà l’Europa e si vedrà specialmente il fiume Reno della Germania pieno di cadaveri e di sangue…”
Leggendo Vit, oggi come allora sentiamo il peso di un conflitto ingiusto, di un trapasso tra la vita di prima e la “nuova normalità”, frase storica dell’ex premier Conte che forse non si renderà conto mai, con quella dichiarazione, di aver trascinato, nuovamente, gli italiani in un conflitto. Così come la famiglia di Vit anche noi oggi negli aperitivi in piazza, nelle scuole parentali, negli eventi mascherina free, negli scampoli rubati di libertà, cerchiamo di esorcizzare il fatto che “nulla potrà essere consuetudine se non la quotidiana crudeltà”. Crudeltà in famiglia, al lavoro, nel nostro vicino di casa, in quell’eredità di una guerra che ha bisogno di eroi, come Vit, scesi in campo per un’ideale o per “essere degni di un decoro preteso”, ma che oggi trova, ahinoi molto di più, schiavi da catturare.
Quando ho preso in mano, di nuovo, il libro “Meccanica Celeste”, ho fatto una preghiera: tutto, anche oggi come ieri, andrà come deve andare. Il Signore ci chiama però a riconoscerLo tra le righe del tempo, tra gli sguardi e i rapporti consolidati di chi incontriamo. Nello sguardo dei nostri figli, che implorano e trasudano vita. Chiedo a Lui di darci la forza di affrontare quello che verrà. Di darci eroi, di darci giovani pieni di ideali come Vit, ma anche famiglie composte, strette pur nella sofferenza, attorno allo stesso obiettivo: combattere. Perché se è vero che occorrerà l’identità digitale per accedere a un qualunque servizio, minori compresi, che la dad non è più tabù, che i webinar sono già normalità, che tutti corrono ancora al tampone facile, che i vaccini saranno il marchio dell’èlite, che la Terza Guerra Mondiale è alle porte, che Roma sarà la sede dell’anticristo: la “chiamata alle armi” di una “Meccanica Celeste”, che cerca soldati del Bene per combattere quelli del Male, come e forse più di allora, diventa più che mai ineluttabile.

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