Davvero siete disposti a far morire il vostro prossimo di fame?

Di Gloria Callarelli

Vorrei farvi riflettere, se possibile, su quello che sta accadendo in Italia con l’introduzione del Super Green Pass nei luoghi di lavoro (e cosa è già accaduto per alcune categorie in questi mesi). Vorrei farvi riflettere sull’allucinante provvedimento che ha colpito e colpirà migliaia di italiani in più. Vorrei ribadirlo, ancora e ancora, perché forse non è chiaro il significato di quello che vuol dire l’introduzione di un provvedimento simile.

Ebbene: molti italiani saranno messi alla fame.
Molti italiani sono e saranno privati del loro stipendio. Molti italiani, persone come voi, che solo perché nutrono dubbi e non accettano di iniettarsi un siero approvato in via del tutto emergenziale, sono stati sospesi e verranno sospesi dal loro posto di lavoro. Questo comporta la perdita del salario mensile (pianificata a tavolino badate bene) questo vuol dire per molti non avere più soldi per arrivare a fine mese, per pagare da mangiare ai propri figli con il colpevole assenso di gruppi quali i sindacati o le associazioni di categoria.

Lo ripeto: molti concittadini, magari il vostro collega di sempre, magari un vostro amico di infanzia, magari un vostro parente, perderà il lavoro perché non accetta la roulette russa di un siero sperimentale. Non solo: molti italiani non potranno più entrare in un negozio o in posta. Non potranno più entrare in un negozio o in posta senza il lasciapassare “soft” per spedire una raccomandata, comprare magari un libro da leggere ai propri figli, un giocattolo, una maglia, un paio di calzini.

Davvero volete incolpare queste persone che rifiutano il ricatto e non piuttosto i governanti? O voi stessi che magari avete pensato di sottostare a tutto? Voi che accettate di fare i kapò? Davvero volete biasimare queste persone che magari sono state al vostro fianco, che magari hanno condiviso ore di lavoro, qualche cena, qualche momento conviviale insieme, qualche problema con voi, perché non hanno accettato o non se la sentono di accettare un ricatto? Davvero riuscirete a dormire sereni pensando che qualcuno, un essere umano come voi, di qui a pochi giorni non avrà soldi per comprare da mangiare ai propri figli? Davvero vi sentite così al sicuro, voi?

Davvero non ci vedete nulla di diabolico in tutto questo? Davvero non ci vedete una gestione spietata? Un piano ben preciso? Un’agenda mondialista, anticristiana, massonica? Dove sarebbe il bene per un lavoratore che perde il posto di lavoro e che non può dare da mangiare ai propri figli? Il bene collettivo? Quale bene collettivo se buona parte della collettività rischia di morire di fame, morire di malasanità e morire di stenti? Non sarà un marchio a guarirci! Non sarà un marchio a preservarci! Anzi.

Il marchio è controllo. Puro controllo e coercizione.
Quale il senso di non poter andare al lavoro senza vaccino se anche i vaccinati si ammalano e muoiono come tutti gli altri? Quale il senso di poter andare al supermercato a comprare alimentari e non, come paventato inizialmente, un quaderno per i propri figli, se non quello, voluto, studiato, di punire? Punire. Capite? Punire e dominare. Non c’entra niente la salute. Il fine ultimo è la punizione e il controllo. Un controllo transumano, digitale. Microchippato. Capite?
E voi che vi sentite tranquilli, quanti inoculi siete disposti a fare? Quanto ancora siete disposti ad obbedire in nome della prossima emergenza?
Quanto ancora siete disposti a sacrificarvi al moloch sanitario e transumano?
O state cominciando a cambiare idea?

O capiamo che il nostro prossimo va aiutato, difeso, protetto o per noi sarà la fine. “Ama il prossimo tuo come te stesso”: così recita il Vangelo. “Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti” dice Gesù: la partita, oggi, pare proprio giocarsi su questo piano. Quanta incredibile attualità c’è in questo Vangelo. Dobbiamo seriamente capire che il nostro prossimo va amato come noi stessi, sinceramente difeso davanti ai soprusi, tutelato. Perché domani potremmo essere noi, il nostro prossimo. Ma prima di tutto va amato Gesù che sapeva tutto questo, che è Verità e che è Maestro. Non le cose di questo mondo. Non un siero sperimentale, nuovo vitello d’oro. Non gli uomini che ci governano, non gli uomini in sé. Lo vogliamo capire? La salvezza non verrà dall’uomo, se non per mezzo di Dio.

Non si può affamare la gente. Non è umano. Non è concepibile! Quale governo fa questo? Quale uomo può volere questo? Quale benessere per il popolo vogliono coloro che fanno questo, se sono disposti a sacrificarne una parte? Quale governo impedisce ai suoi giovani cittadini di fare sport? Quale governo impedisce ai suoi anziani di ritirare la pensione se non in possesso dei requisiti che lui solo ordina? Quale?

Davvero siete disposti a far morire il vostro prossimo di fame? Davvero?

Non dimenticate cari cittadini, commercianti, imprenditori, fratelli: il vostro prossimo, domani, potreste essere voi.

Dalla Prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà”.

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